venerdì 16 novembre 2012

La sentenza dell'Aquila...

La sentenza de L'Aquila è la dimostrazione del blackout di comunicazione scientifica. Non sono un avvocato, quindi non posso entrare nei risvolti legali. Quello su cui dovremmo però ragionare è il ruolo del geologo nella società. Ho letto quanto possibile gli incartamenti, la sentenza etc... l'idea che mi sono fatto è che la commissione grandi rischi ha cercato di "tranquillizzare la popolazione" sulla base di una fenomenologia che a loro dire (ma sfido chiunque prima) di "solito" rappresenta più una perdita di energia che il preambolo ad un main shock! Parliamo e discutiamo scientificamente di statistiche, di probabilità in una società che vuole o il bianco o il nero! Questo gap tra determinismo sociale e probabilismo scientifico procura incomprensioni e possibilità di avere le spalle coperte sempre e comunque (da parte di chi calvalca le onde emotive o l'ignoranza). In questa nostra bella nazione mandiamo a casa ricercatori dell'INGV mentre paghiamo la pensione alla Minetti e a Fiorito, e noi geologi, tutti, anzicchè piangerci addosso dovremmo fare un mea culpa su quello che non siamo stati in grado di trasmettere alla società, ma anche un'opera interna di proposta su cosa il geologo può e deve fare. Non possiamo leggere relazioni geologiche pagate una miseria in qualche caso frutto di copia incolla (e su questo dovremmo aprire una discussione sui perchè e sui controlli interni), non possiamo svilire la nostra professione a mero assolvimento burocratico. Luoghi come questi devono essere delle fucine di idee, dove voglia di fare ed esperienza si mischiano, si aggiornarno e si confrontano. Gli amici degli amici della casta, possono stare e staranno dove sono fino a quando la nostra categoria non sarà in grado di produrre idee serie e forti. Le tecnologie, le capacità e le forze ci sono, basta organizzarle, metterle insieme e fare qualcosa! Non possiamo evitare che accada un altro terremoto, ma se pensiamo che il nostro impegno possa permettere di ridurre il numero di morti, di industrie distrutte, di famiglie dilaniate e anche di derisione internazionale, bene FACCIAMOLO.

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